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L'elettrosmog non è peccato Assolta in appello Radio Vaticana e il Codacond ricorre in cassazione di Italo Mastrangeli Buone nuove per il Vaticano, un po’ meno per le famiglie, tra cui quelle dei 19 bambini colpiti da leucemia, che vivono a Santa Maria di Galeria. Gente che per anni ha sentito l’urbi et orbi, la santa messa e il rosario direttamente da citofoni, lavatrici e elettrodomestici vari. Un’audience involontaria della radio “cattolicissima” e che da oggi sa, grazie alla prima sezione penale della Corte di Appello di Roma, come tutti gli affezionati del Laudetur Jesus Christus già sanno, che l’elettrosmog non è peccato… pardon, reato. Con la sentenza del 4 giugno 2007, infatti, la Corte ha ribaltato lo “storico” verdetto di primo grado del 9 maggio 2005, il quale stabiliva che la diffusione di onde elettromagnetiche dannose prefigura il reato di “getto pericoloso di cose”. Associazione, questa, che trova conferma nella sentenza n. 23066 del 14 giugno 2002 della Corte di Cassazione penale, la quale, inequivocabilmente, afferma che “il propagarsi delle onde è riconducibile nella nozione di gettare”; inoltre, alle suddette onde, spetta lo status di “cose” in quanto, “la locuzione cose usata dal legislatore nella formulazione dell'art. 674 codice penale comprende anche l'energia elettromagnetica, che non soltanto è suscettibile di valutazione economica, ma anche provvista di una sua particolare fisicità, ben potendo essere misurata, utilizzata e formare oggetto di appropriazione”. Per questo motivo, nel 2005, i due massimi dirigenti di Radio Vaticana, Borromeo e Tucci, vennero condannati a 10 giorni di carcere e ad un’ammenda, a carico dell’azienda, di qualche migliaio di euro. Una sentenza simbolica ma che aveva comunque scosso le coscienze; quella sentenza, oggi, è stata annullata perché, secondo i giudici della corte d’appello, l’emissione di onde elettromagnetiche non è più riconducibile al reato di “getto pericoloso di cose”. Subito dopo la sentenza, il Codacons ha deciso di ricorrere in Cassazione. “La prima sezione della Corte d'appello di Roma ha assolto padre Pasquale Borromeo e padre Roberto Tucci, ‘perchè il fatto non è previsto dalla legge come reato’, per la nota vicenda di Radio Vaticana” si afferma nel comunicato diffuso sul sito del Codacons. “Annunciamo fin d’ora un ricorso in Cassazione contro tale sentenza abnorme, dove siamo sicuri verranno riconosciute le ragioni delle tante persone che hanno subito danni pesantissimi e irreversibili a causa delle onde elettromagnetiche di Radio Vaticana, questione della quale si sta occupando anche la Procura della Repubblica in sede di indagini, per il reato di omicidio colposo”. Non ricorrerà, invece, l’avvocato dell’accusa Vittorio Lombardi, “poiché - stando alle sue parole - il reato è ampiamente prescritto”. Intanto Lega Ambiente segnala che le centraline di monitoraggio dell’elettrosmog nella zona di Cesano sono state smantellate e ne auspica un “veloce ripristino”. All’ente radiofonico il clima è ben diverso. L’attuale direttore generale, padre Federico Lombardi, dopo la lieta notizia, ha affermato: “non vi è alcun motivo fondato per pensare che la nostra attività sia stata o sia nociva per qualcuno. Voci autorevolissime della scienza sono concordi con noi in questa visione delle cose”. Da quanto dichiarato sembra che scienza e religione vadano d’accordo più di quanto il matematico Odifreddi sostenga da qualche mese a queste parte. Ma per il Vaticano non è ancora tempo di far festa. Infatti la procura di Roma ha aperto un nuovo fascicolo d’indagine su questa complicata questione, dove ipotizza, il reato di omicidio colposo a carico dei due ex dirigenti. |