Questa settimana l' O.N.U. ha reso noto a Bangkok la terza parte del quarto rapporto dell' IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change) relativa alle strategie consigliate ai paesi membri per ridurre il surriscaldamento globale. La relazione, stilata da esperti su precise rilevazioni scientifiche, ha il compito di orientare le scelte dei governi in materia di riduzione nella emissione dei gas serra. Saranno poi i singoli paesi a discutere e decidere su quanto e come impegnarsi.
Una cosa tuttavia è fuori discussione: l' aumento indiscriminato nell' atmosfera dei gas di origine antropogenica sta già determinando mutamenti climatici rilevanti.
Certo, le drammatiche previsioni che da qualche anno affollano i telegiornali e la carta stampata sono ancora estremamente lontane e la rinnovata attenzione politica per i temi ambientali trasmette tranquillità, dandoci la sensazione che qualcosa si stia muovendo.
Non bisogna tuttavia dimenticare che il protocollo di Kyoto, stipulato nel 1997 da 194 paesi per ridurre le emissioni di gas del 5,2% entro 15 anni, non ha avuto alcun effetto fino al 2004. Gli accordi infatti prevedevano la sua entrata in vigore solo dopo la ratifica di 55 tra i paesi che lo sottoscrissero originariamente e a patto che essi rappresentassero il 55% della produzione globale di CO2. L'assenza tra i firmatari dei maggiori produttori come U.S.A. (responsabile dell' emissione del 36,1% di gas serra) e Russia, sommata alla scelta di non coinvolgere paesi asiatici emergenti come Cina e India, ha fortemente rallentato il progetto iniziale. Fino al 2004, anno della ratifica da parte del governo russo, che ha esteso ad est l'impegno per la riduzione delle emissioni di gas serra.
Nonostante quindi qualcosa si stia muovendo, il cammino per un impegno globale che prescinda da interessi economici nazionali non sembra così vicino.
Siamo quindi noi, cittadini del mondo industrializzato, che potremmo, nel nostro piccolo, iniziare a contribuire alla salvaguardia del nostro pianeta riducendo con piccoli gesti quotidiani il processo di surriscaldamento in atto, scoprendo che non è poi così difficile provare a salvare il mondo. Ecco otto semplici quanto banali consigli per risparmiare energia:
1. Iniziamo a valutare la possibilità di dotarci di un impianto solare-termico, che trasforma i raggi solari in calore, o di un impianto fotovoltaico, che permette la conversione direttamente in energia elettrica.
2. Risparmiamo quanta più acqua possibile: se quando ci laviamo i denti apriamo il rubinetto solo quando occorre possiamo 'guadagnare' quasi 20 litri d' acqua e il risparmio arriva a 70 litri se facciamo altrettanto sotto la doccia.
3. Diciamo no ai contenitori e alle buste di plastica e scegliamo l'utilizzo della carta, meglio ancora se riciclata.
4. Spegniamo le luci che non stiamo utilizzando in casa e usiamo il più possibile lampadine a basso consumo energetico. Può sembrare banale ma anche non lasciare in stand-by i nostri elettrodomestici permette di risparmiare più energia di quanto si possa pensare.
5. Preferiamo la ventilazione naturale al condizionatore quando inizia, come ora, a farsi sentire il caldo. Utile sarebbe pure ridurre il riscaldamento dei vetri usando frangisole, tende e veneziane.
6. Cerchiamo di usare soprattutto il lavaggio a freddo per i nostri indumenti.
7. Acquistiamo con parsimonia vestiti nuovi: anche la produzione tessile (materiali sintetici derivati dal petrolio, uso di pesticidi per la coltivazione del cotone) ha un impatto notevole sull'ambiente.
8. Preferire, per quanto possibile, i mezzi pubblici alla propria automobile, soprattutto se andiamo a lavoro da soli. E per chi proprio non può farne a meno, un ottimo inizio sarebbe organizzarsi con colleghi della nostra stessa zona per recarsi in ufficio: il viaggio sarebbe più piacevole e si inquinerebbe molto meno.