Un americano a Roma e un romano in America
Intervista a Steve McNiven e Andrea Di Vito, disegnatori Marvel
a cura di Antonio Recupero
Il 5 Maggio 2007, in occasione del Free Comicbook Day italiano, la libreria Italy Comics di Roma ha dato in pasto al pubblico, tra gli altri, due ospiti d’eccezione: Steve McNiven, disegnatore del megaevento Marvel di quest’anno, "Civil War", e Andrea Di Vito, l'autore italiano che in questo periodo possiamo vedere all’opera sulla serie personale di "The Thing", il roccioso membro dei Fantastici Quattro. Grazie alla disponibilità loro e dei gestori della fumetteria, abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere. DOMANDA: Steve, ormai sei in Italia da circa un mese, hai partecipato a svariate manifestazioni dedicate ai fumetti, tra cui quelle a Lanciano e Napoli, e ora sei qui a Roma. Una domanda è d’obbligo: sono più "nerd" i lettori americani o quelli italiani? SteveMcNiven: (risata) Be’, è una bella lotta, ma direi che sono più o meno allo stesso livello! D: Steve, il tuo lavoro più recente è Civil War, una delle storie più "politicizzate" che siano mai apparse sul mercato americano di fumetto "mainstream". Quale aspetto per l’appunto "politico" ha attirato di più il tuo interese in questo progetto, e quale avresti invece, potendo influire sulla storia, messo in secondo piano? SMN: Ho sempre avuto un forte interesse per la complessità dell’universo Marvel. Quando ho accettato il progetto è stato anche perché mi piaceva molto il modo di scrivere di Mark Millar. L’ideale sarebbe stato sviscerare la storia in più numeri, ma il risultato è comunque ottimo. In questa storia, per una volta, non si riesce a trovare un vero e proprio cattivo. E’ uno scontro tra due ideologie diverse. Non si può decidere chi abbia torto o ragione a priori. E’ un dialogo continuo con il lettore. D: A questo punto non posso esimerti da questa domanda. In Italia la saga è stata lanciata con lo slogan "Tu da che parte stai?", e quindi io lo chiedo a te: tu da che parte stai? SMN : Batman! (risate) D: Naturalmente la stessa domanda va fatta anche ad Andrea: tu da che parte stai? AndreaDiVito: Io, naturalmente, sto sempre dalla parte della Cosa (il personaggio disegnato da Andrea ndR)! D: Andrea, nelle storie della Cosa che hai disegnato appaiono alcuni personaggi comprimari di orgini italiane. Quanto ha pesato la tua presenza in questa scelta narrativa? ADV: E’ stato un po’ il divertimento di due persone. Dan Slott è uno scrittore che ama molto la storia della Marvel, e si è divertito a pescare personaggi minori, piombati un po’ nell’oscurità, e li ha tirati fuori all’improvviso. Io, dal canto mio, amo giocare coi perdenti: se un personaggio è poco sfruttato, ci sono molte più possibilità per espanderlo, renderlo più divertente. Insieme a Dan abbiamo lavorato per sfruttare al meglio quelle chicche offerte da questi personaggi minori. Purtroppo la serie è stata fermata prima del previsto, quindi non abbiamo avuto il tempo di sfruttare alcuni "ospiti" di prima grandezza, come Spider-Man e altri. La cosa più divertente forse è vedere le contrapposizioni tra Ben Grimm (il nome anagrafico della Cosa ndR) e tutti questi altri personaggi, il fatto che lui conosca bene tutto il pantheon dei personaggi Marvel. E’ stato un po’ come giocare in casa… Molto divertente… SMN: In pratica, gli piace disegnare di tutto! (risate) D: Per Steve la domanda è un po’ capovolta. Dopo un mese in giro per l’Italia, quanto di quello che hai visto potrebbe rientrare in quello che disegnerai prossimamente? SMN: Probabilmente l’architettura, la scultura, l’arte italiana in generale, i castelli, tutto quello che mi ha ispirato di più… E naturalmente le donne ed enormi piatti di pasta! (risate) D: Steve, tu hai iniziato a lavorare professionalmente con la Crossgen, una casa editrice che si occupava principalmente di fumetto fantasy, e che per un periodo è sembrata candidata ad affiancare Marvel e Dc come terza major del fumetto americano, soppiantando la Dark Horse e una Image ormai frammentata. La chiusura della Crossgen e il ritorno del mercato nelle mani di Marvel e Dc, che nel frattempo aveva anche rilevato la Wildstorm, come ha influito sul tuo ricollocamento sul mercato, e sul tuo proporti agli editori? SMN: Io sono stato abbastanza fortunato: quando ho lasciato la Crossgen avevo già firmato un contratto con la Marvel, quindi non sono stato coinvolto nel "fuggi fuggi" che si è verificato quando la Crossgen aveva annunciato a tutti gli autori che non avrebbe rinnovato i contratti. Sarebbe stato più problematico sicuramente se mi fossi presentato ad altri editori insieme alla massa di disegnatori orfani della Crossgen. Comunque, il fatto che attualmente negli USA ci siano solo due grandi editori non è necessariamente un male, visto che la produzione è comunque abbondantissima e non c’è penuria di lavoro per gli autori. D: Tu, Andrea, hai avuto un percorso simile se vogliamo. Per quante vie traverse sei dovuto passare per arrivare in Marvel? ADV: Io avevo già fatto dei tentativi per la Marvel ancora prima di arrivare la Crossgen, ed ebbi anche la fortuna di pubblicare con loro due pin-up. La cosa poi si era fermata lì però, e ci fu il passaggio alla Crossgen. Quando mollai la Crossgen, la Marvel conosceva già il mio lavoro, e la qualità di lavoro di altri miei colleghi della Crossgen. Veni contattato dal coordinatore degli artisti Marvel, realizzai alcuni numeri di Thor, e da lì le cose sono andate avanti da sole… La Marvel peraltro conosceva anche l’etica di lavoro della Crossgen, e quindi quantogli autori fossero, non solo in gamba, ma anche affidabili sulle scadenze mensili. D: E hai avuto quindi la possibilità di lavorare subito su progetti che ti piacevano, o hai dovuto fare dei passaggi più "gavettistici"? ADV: No, ho avuto la fortuna di lavorare subito su Thor, che è uno dei miei personaggi preferiti. Dopo Thor, ho fatto un numero di Capitan America, qualcosa sugli Young Avengers, che sono stati un incubo per via delle scadenze: 2 albi in 15 giorni! Poi ho avuto la fortuna di lavorare su Stormbreaker, il "sequel" della serie di Thor, con lo stesso team di autori. In seguito ho lavorato, come sai, sulla serie della Cosa, che purtroppo è terminata prematuramente, poi su Annihilation, e adesso sto lavorando su una miniserie di Hulck e X-Men, che farà seguito del megaevento estivo Marvel del prossimo anno. Il lavoro, insomma, non è mai mancato, e sempre su personaggi che amo molto, per cui sono stato molto molto fortunato. D: Steve, grazie a Civil War hai potuto disegnare praticamente tutti i personaggi Marvel, anche alcuni dimenticati da tempo. Quale ti è piaciuto di più disegnare, e quale invece hai odiato? SMN: Be’, senz’altro il personaggio che tutti amano disegnare è Spider-Man, anche se ho dovuto disegnarlo anche col nuovo costume rosso e oro da "Iron-Spider", ma ho anche potuto fare a pezzi quel costume e fargli reindossare il costume nero (tornato di moda grazie al recente terzo film ndR). Ma anche Capitan America è stato divertentissimo da disegnare in Civil War. Ho gradito di meno i personaggi più oscuri, specie i criminali, ad esempio Jack Lanterna, un personaggio assurdo con una zucca al posto della testa! (risate) Comunque è stato nel complesso un lavoro molto soddisfacente! D: Andrea, hai detto che stai lavorando su questa miniserie di Hulk e X-men. Hai anche proposto tu stesso qualche progetto su cui lavorare, o ti trovi bene già con i lavori che ti stanno assegnando? ADV: Per quel che mi riguarda ho avuto la fortuna di lavorare molto ben con Andy Smith, l’editor della Cosa, e lui stesso mi ha portato sugli X-men adesso. Potrei avere la possibilità di lavorare su molti progetti legati agli X-Men, ma al momento preferisco che sia lui ad assegnarmi i lavori, e sulla base di quello che mi propone decido se spingere per qualcosa in particolare oppure no. D: Steve, tu hai un contratto di esclusiva con la Marvel fino al 2009. Quale sarà il prossimo progetto sul quale ammireremo i tuoi lavori? SMN: Purtroppo ancora non ne posso parlare… Finisce così, in un caldo pomeriggio romano la nostra chiacchierata coi due simpaticissimo disegnatori. Ringraziamo sentitamente Andrea Di Vito per avere anche fatto da interprete. |