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Il mensile on -line

Data 10/04/2007
 

di Italo Mastrangeli

Giovedì 29 Marzo l’attore ha incontrato studenti e appassionati al cinema Trevi di Roma per la quarta edizione della manifestazione Printemps du nouveau cinema francais.

“Il mio è stato un cammino verso la disillusione, dove ho imparato a fare a meno di questo mestiere, a non farmi vedere, a non mostrarmi”. È questa la dichiarazione che chiude l’incontro tra Sergio Castellitto e un centinaio tra studenti o semplici appassionati della settima arte al cinema Trevi, una piccola sala nel centro di Roma vicino all’omonima fontana, dove si è svolta la quarta edizione della rassegna Printemps du nouveau cinema francais, organizzata dall’Ambasciata di Francia e dalle università romane La Sapienza e Roma Tre per promuovere lo scambio interculturale tra Italia e Francia.

Serata umida e atmosfera soft per un personaggio abituato alle grandi platee di Cannes, Venezia e Roma. Tra strette di mano e qualche sorriso, Sergio Castellitto si è intrattenuto per circa trequarti d’ora con un pubblico attento ad ogni sua battuta, ogni suo aneddoto.

Scola, Ferreri, Bellocchio, Rivette sono solo alcuni degli autori che lo hanno diretto in Italia come in Francia e che gli hanno permesso di conoscere il paese d’oltralpe senza però suscitare in lui emozioni particolari.

“Solo i soldi fanno la differenza” in un’industria dominata da “cricche”. In Italia come in Francia; solo che in Francia di soldi ne girano di più.

Disilluso certo ma anche consapevole che il Cinema preserva dalla morte: “se guardo un film con Bogart, Casablanca ad esempio, penso che egli sia ancora tra noi; in Tv invece dopo qualche anno mi sembrano tutti morti”. Un attacco non solo alla TV “che fa schifo in tutto il mondo” e con la quale l’attore ha lavorato, ma alla televisizzazione dei media e della cultura: “la superficialità e la spettacolarizzazione sono dappertutto, compreso il cinema; questo non significa che non si facciano cose buone, il problema è che queste cose non fanno opinione”. Dipendenza culturale oltre che economica e dalla quale non si può sfuggire.

Più facile invece sfuggire alla domanda sulla sua prossima collaborazione con la casa americana Disney, con l’attore che chiude con un secco “no comment” molto più inglese che francese. Poi di nuovo strette di mano e sorrisi in una serata dal sapore di cotone bagnato che però ha lasciato i pochi giornalisti presenti a bocca asciutta.

   
 
   
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