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Il mensile on -line

Data 03/04/2007
 

Pubblicità occulta nelle fiction Rai

di Valeria Damiani

Partendo dal presupposto che come dice l’Art. 1 del Decreto legislativo nr. 74 del 25/01/1992 : “la pubblicità deve essere palese, veritiera e corretta”, si sono analizzati due casi.

Il primo è un vero e proprio caso di pubblicità occulta, ovvero quella pubblicità che appare in spazi televisivi senza essere segnalata come tale; è il caso della fiction di Rai Uno Butta la luna, andata in onda lo scorso autunno. Il prodotto reclamizzato qui è uno solo: le Poste Italiane. Ci sono diverse inquadrature ad hoc, che mettono ben in evidenza il marchio dell’azienda, i conti Bancoposta e altri servizi. In merito a ciò, nel Codice di Autodisciplina Pubblicitaria l’Art. 7 dice: “la pubblicità deve essere sempre riconoscibile come tale. Nei mezzi in cui, oltre alla pubblicità, vengono comunicati al pubblico informazioni e contenuti di altro genere, la pubblicità inserita deve essere nettamente distinta per mezzo di idonei accorgimenti.”

L’altro caso citato è invece quello della fiction Incantesimo. Qui viene contestata la pubblicità fatta ad una famosa clinica romana, chiamata European Hospital, dove viene girata realmente la soap, che gli autori hanno modificato in New Life European Hospital, creando nello spettatore confusione e inganno. La legge dice che non si può fare pubblicità a vantaggio di una struttura sanitaria, al di fuori delle quote stabilite e al di fuori degli spazi apposititi che devono essere sempre individuabili dal telespettatore. Se ciò non avviene ci troviamo di fronte alla pubblicità ingannevole, che l’ Art. 2 del Decreto legislativo del 1992, definisce: “qualsiasi pubblicità che in qualunque modo, compresa la sua presentazione, induca in errore le persone fisiche o giuridiche alle quali è rivolta, o che a causa del suo carattere ingannevole, possa pregiudicare il loro comportamento economico”.

In conclusione, coloro che si occupano di pubblicità dovrebbero tenere ben presente il primo punto (troppo spesso violato), del Codice di Autodiscipilina Pubblicitaria. “Il Codice di Autodisciplina Pubblicitaria ha lo scopo di assicurare che la pubblicità, nello svolgimento del suo ruolo particolarmente utile nel processo economico venga realizzato come servizio pubblico, con speciale riguardo alla sua influenza sul consumatore”.

   
 
   
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